SCdM Opinions - Il naufragio del Giglio come metafora del "delirio umano"

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SCdM Opinions - Il naufragio del Giglio come metafora del "delirio umano"

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Pubblicato da SCdM in Pensieri e Riflessioni · 18 Gennaio 2012
Dalla lettura dei giornali di oggi rileviamo che il capitano Schettino avrebbe dichiarato: a) «Non avevo alcuna intenzione di scappare, stavo aiutando alcuni passeggeri a mettere in mare una delle scialuppe. Ad un certo punto il meccanismo di discesa si è bloccato, abbiamo dovuto forzarlo. All’improvviso il sistema si è riattivato e io, dopo aver sbattuto, mi sono ritrovato dentro la barca di salvataggio insieme a numerosi passeggeri»; b) «Io navigavo a vista perché conoscevo quei fondali visto che ci ero già passato tre o quattro volte, ma la presenza di quello scoglio mi ha sorpreso. In ogni caso posso dire di aver fatto tutto il possibile per salvaguardare i passeggeri e i membri dell’equipaggio»; c) «Sono stato vittima dei miei pensieri».
Da queste dichiarazioni emerge ancora lo stato di delirio del soggetto che: si "inventa" la realtà per come avrebbe abbandonato la nave (...cadendo accidentalmente nella scialuppa di salvataggio); afferma lo stato di assoluta "confidenza" per ciò ha fatto, per averlo già messo in opera in passato ma con "sorpresa" questa volta le cose sono andate diversamente (e per dire...la volta prossima non succederà più !); separa da sè i "pensieri" come fossero il prodotto di un meccanismo accidentale e non parte della propria personalità e che questi pensieri possono essere stati "deviati" dalla situazione eccezionale o dalle persone intorno che lo hanno spinto a interpretare e gestire la situazione in modo "anomalo"; ritiene che tutto ciò che è successo è "accidentale" e che non ci possa essere responsabilità e che, anzi, questa sia stata perfettamente adeguata alla situazione ed ai propri comportamenti.
Come sempre, lo stato di delirio si accompagna con il senso di vittimismo, di irresponsabilità, di egocentricità, di superficialità e di casualità per dire a sé stessi che è giusto ciò che si è già fatto in passato e che potrà essere giusto farlo anche in futuro perchè il fatto è stato del tutto eccezionale e non potrà ripetersi...e che comunque non si può che essere a posto con la propria coscienza...
A tutto questo si deve aggiungere che la vicenda come metafora del "delirio umano" viene anche confermata da come il suo paese difende il capitano Schettino e prova a sostenerlo nelle sue "alterate" ricostruzioni. E anche a giustificare la vicenda come un fatto eccezionale e che non può essere indicativo della reale personalità di Schettino.
Questa è una situazione tipica della logica del delirio...esso viene rafforzato dal "meccanismo di gruppo" e può essere spiegata da dinamiche proiettive in cui le altre persone si sentono incosciamente simili e vogliono rimuovere da sé questa condizione. O da dinamiche giustificative per il fatto di avere avuto e tenuto queste persone all'interno della propria comunità e non aver mai voluto o potuto comprendere il loro stato di patologia mentale. In altri termini, è un tentativo di sopravvivenza....di rimozione da sé di ciò che si ritiene negativo e che potrebbe essere parte di noi o del mondo a cui apparteniamo.
E lo stato di delirio può venire rafforzato dall'intervento di qualche "giudice" (come amici, conoscenti, colleghi e, nel caso specifico, può essere lo stesso GIP di Grosseto) che è pronto a dare o a sostenere, almeno in parte, le giustificazioni per i comportamenti patologici, e che può trovare spiegazione in una logica di "manipolazione" in cui si vuole "giocare a dominare o influenzare" le situazioni che sono il prodotto degli stati di delirio.
Ebbene, il dramma di tutto ciò - oltre al fatto specifico con le sue vittime - è quello di sapere che il "delirio umano" è un fenomeno molto più diffuso e presente nella nostra esistenza, spesso, si presenta con le forme dell'arroganza, dell'aggressività o della forte presenza di sé stessi oppure con quello del vittimismo, della "apparente debolezza" o della dichiarata sfortuna che portano a illudere gli altri della "normalità" dei comportamenti.
E se pensiamo ai nostri contesti e alle nostre esperienze professionali e personali possiamo trovare molti casi come questi che, certamente, non hanno portato al disastro del Giglio ma, comunque, hanno generato conseguenze negative.
Come sempre nella vita è meglio prevenire piuttosto che curare e, quindi, l'unica cosa che si può fare è avere coscienza di tutto questo e fare in modo di evitare i soggetti che sono portatori dello stato di delirio o, altrimenti, agire perchè le loro azioni non possano minare la nostra esistenza personale o professionale. La negatività di queste persone è più forte della nostra volontà e capacità e, quindi, non possiamo illuderci di poterli dominare o limitare...


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