Ora basta dare altri soldi a Roma per i buchi di bilancio del Comune

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Ora basta dare altri soldi a Roma per i buchi di bilancio del Comune

SCdM
Pubblicato da SCdM in Economia e Finanza · 29 Settembre 2013
Evviva...anche il nuovo sindaco di Roma, Ignazio Marino, così come aveva fatto il suo predecessore Alemanno chiede al governo soldi per salvare il bilancio del Comune (www.lastampa.it).

Diciamo che possa essere anche una bella mossa per mettere subito le mani avanti in relazione alla sicura prospettiva di una nuova gestione del Comune di Roma che creerà altri buchi di bilancio e proverà attraverso le risorse pubbliche di ottenere consensi politici, come hanno fatto tutti i sindaci nel corso degli ultimi due decenni e anche prima.
Ma il buon Marino - proprio lui che pretende di essere animato da buoni sentimenti e valori - prima di chiedere i soldi al governo dovrebbe chiedere spigazioni della situazione di bilancio del Comune di Roma al suo grande sponsor politico Goffredo Bettini che quando ci fu l'amministrazione Veltroni contribuì a creare il grande buco di bilancio che portò poi ad una sorta di amministrazione controllata per i fondi che il Governo Berlusconi, con Tremonti al Tesoro, diedero al nuovo sindaco Alemanno, il quale - per sano spirito di continuità e di affinità alle stesse logiche - ha ulteriormente allargato il dissesto finanziario.
Detto questo - che forse sarebbe sufficiente - è ora però di mettere un punto fermo a questa logica per cui Roma - in quanto Capitale - pretenda trattamenti privilegiati nella gestione delle finanze comunali e nazionali, senza essere mai responsabile dei dissesti che regolarmente si creano nei suoi bilanci.


Altrimenti, noi cittadini italiani dovremmo dire che Roma - come città e come amministrazione comunale - beneficia delle enormi risorse che le arrivano proprio per essere la Capitale e per avere in via esclusiva la sede di tutte le sedi centrali dello Stato e tutte le attività ad essere correlate che comportano occupazione, stipendi, tasse, consumi e, non ultimo, un ulteriore potere di gestione delle risorse pubbliche sul resto del Paese.
Questo ci sembra già un grande vantaggio economico e finanziario che non dovrebbe portare a pretendere altre risorse per la cattiva gestione che l'amministrazione comunale potrebbe avere.

Se no tutti i cittadini del resto dell'Italia sarebbero ben in diritto di indire un referendum per chiedere se la Capitale deve essere ancora a Roma o se sia giustificato che tutte le amministrazioni centrali dello Stato debbano stare a Roma o non possano essere decentrate anche in altre città dove potrebbero avere maggiore funzionalità e consentirebbero anche di rimuovere quel "potere romanocentrico", causa di molti dei guai del Paese, per cui in questo Paese si può avere incarichi pubblici di responsabilità solo se si frequentano i circoli ed i giri di potere romani.

E si potrebbe anche dire che se i romani pretendono e gradiscono tanto avere la Capitale - e tutti i benefici che questo comporta - che se la paghino da soli senza scaricare sul resto dell'Italia le incapacità dei propri amministratori e le disfunzioni prodotte dal "potere romanocentrico".

Ed il bello è che la richiesta di Marino al Governo avviene quando qualcuno vagheggia la possibilità che Roma presenti una nuova candidatura per le Olimpiadi...se le finanze di Roma sono in questa situazione e se le evidenze dell'amministrazione locale sono queste (possiamo anche aggiungere i dissesti e malaffari della Regione...!!) possiamo ben immaginare come verrebbero organizzate le Olimpiadi a Roma e il prezzo che tutta l'Italia dovrebbe pagare senza averne alcun beneficio.

Eppoi, anche il buon Renzi - che nelle ultime settimane è sembrato voler costruire un'alleanza con Marino per il prossimo congresso del PD e che si fa paladino degli amministratori locali contro il potere centrale - ci dica qualcosa su questa vicenda che mostra il peggio dell'amministrazione pubblica italiana e che riguarda proprio quel "centralismo amministrativo" che è stato uno dei grandi mali della storia italiana e che si è andato formano quando i grandi progetti di decentramento amministrativo, concepiti dai grandi liberali e statisti Cavour e Minghetti, furono combattuti e sconfitti da coloro che rappresentavano la burocrazia di Stato e le aree peggio amministrate del nostro paese e che con il centralismo burocratico hanno avuto grandi vantaggi, come ancora adesso si può vedere e, purtroppo, siamo chiamati a dover sopportare fino a che le finanze pubbliche non arriveranno al collasso finale o la parte più produttiva, efficiente e meno dipendente dal potere pubblico dira "basta !!" e la smetterà di versare le risorse allo Stato per poi vedere che vengono trasferite per garantire la continuità della cattiva e pervesa amministrazione centrale e locale.



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