Vincenzo Visco dice che siamo entrati nell'euro senza essere pronti e per fare un favore alla Germania...

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Vincenzo Visco dice che siamo entrati nell'euro senza essere pronti e per fare un favore alla Germania...

SCdM
Pubblicato da SCdM in Politica e Società · 13 Maggio 2012
In un'intervista al Fatto Quotidiano (http://bit.ly/JGJf2o), a seguito delle dichiarazioni provenienti dalla Germania sul fatto che l'Italia avrebbe manipolato i conti pubblici per entrare nell'euro, l'ex ministro delle Finanze del Governo Prodi tra il 1996 e il 1998, dichiara che siamo entrati nell'euro senza essere ancora pronti e per rispondere ad un piano della Germania finalizzato a tenere l'euro più debole del marco e favorire quindi le esportazioni e le attività industriali tedesche.
Di seguito, si riporta un parte dell'intervista che riporta queste dichiarazioni:

Qual è stato il momento più critico del percorso di accesso all’euro?
All’inizio sembrava che dovessimo entrare un anno dopo gli altri, perché il governo Dini aveva posto il 1998 anziché il 1997 come temine per rispettare il vincolo del 3 per cento tra deficit e Pil. Ma nessuno si era accorto che Ciampi si era tenuto una strada aperta, scrivendo in una riga del Dpef che si poteva anticipare. Poi Romano Prodi andò in Spagna e José Aznar gli disse che Madrid sarebbe entrata e fu molto sprezzante nei confronti dell’Italia. Quando Prodi tornò fece una riunione con Ciampi, Enrico Micheli, Tiziano Treu, e me. Si decise di provarci comunque per il ’97. Ma l’unico modo era fare una manovra dal lato delle entrate, il lavoro sporco fu delegato a me.
E se fossimo rimasti fuori?
Un’Italia fuori dall’euro, visto il nostro apparato industriale, poteva fare paura a molti, incluse Francia e Germania che temevano le nostre esportazioni prezzate in lire. Ma Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i paesi, tranne la Russia da cui compra l’energia. Era un disegno razionale, serviva l’Italia dentro la moneta unica proprio perché era debole. In cambio di questo vantaggio sull’export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso.
E lo ha fatto?
Non mi pare.

Queste dichiarazioni confermano il fatto che il Governo di allora decise di entrare nell'euro senza essere pronti (e per questo è lecito pensare che oltre alla tassa per l'euro si lavorò anche per maneggiare i conti che non erano proprio in ordine, come dicono ora i tedeschi e Financial Times), ma aggiungono la notizia che fu deciso sapendo di sottomettersi alle volontà della Germania ed ai suoi obiettivi economici anche in contrasto con quelli dell'Italia che in effetti dall'entrata nell'euro ha ulteriormente accelerato il processo di declino economico, è giusto porsi questa domanda.
E questo farebbe anche capire l sostegno della Germania a Prodi come presidente della Commissione Europea...visto il vantaggio ricevuto !
A tutto ciò si può anche aggiungere che questi personaggi hanno continuato a governare anche di seguito senza contribuire in alcun modo a introdurre le necessarie riforme perchè l'Italia potesse stare nell'euro in condizioni migliori di quelle al momento dell'entrata...anzi, fu anche fatta una "controriforma" delle pensioni che poi ha portato a quella molto più pesante e penalizzante del Governo Monti...!!


Bene...da tutto è lecito porsi la domanda:

Si può pensare di dare ancora credito a questa classe politica, magari portando al Quirinale chi allora era Palazzo Chigi e gestì l'entrata nell'euro a quelle condizioni e senza fare le riforme necessarie o mandando al Governo chi c'era già allora ed avallò tutto ciò o chi ne è la continuazione politica ?


Credo che la risposta sia scontata....



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