SCdM Press - "Chi ha ragione sui numeri della lotta all’evasione?", Corriere della Sera

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SCdM Press - "Chi ha ragione sui numeri della lotta all’evasione?", Corriere della Sera

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Pubblicato da SCdM Press in Economia e Potere · 5 Gennaio 2016
Tags: evasionefiscalebilanciopubblico
Chi ha ragione sui numeri della lotta all’evasione?
Corriere della Sera, 4 gennaio 2016, di Pierluigi Battista

Con tutto il deferente rispetto per il lavoro certosino dei più accreditati istituti di ricerca, per gli scienziati dell’economia, per le istituzioni repubblicane fino ai sommi vertici, per la doverosa guerra agli evasori, con tutto questo rispetto: ma come si fa a calcolare con esattezza l’imponente cifra dell’evasione fiscale, stimandola con puntigliosa precisione ben 122 miliardi di euro all’anno?
Qualche anno fa, per dire, un istituto di ricerca aveva calcolato la cifra di 180 miliardi di evasione, qualcosina di più, solo una sessantina di miliardi di differenza. Chi ha ragione? Ma soprattutto, se siete così capaci di scovare l’evasione fino all’ultimo centesimo, vuole dire che ci sono dei dati certificati, ma se ci sono dati certificati vuol dire che l’evasione è già stata minuziosamente individuata, ma se è stata individuata come si fa a non beccarne i responsabili? O non sarà invece che quella cifra è un po’ all’ingrosso, è una previsione, un’ipotesi, una possibilità, un calcolo a spanne, una cifra presunta, una proiezione teorica ma non un dato accurato, affidabile, scientifico? È diserzione dalla guerra santa contro l’evasione avere qualche dubbio sulla fondatezza di queste cifre? E poi come si fa ad inserire nell’ammontare globale dell’evasione il pagamento in contanti dell’idraulico che dice «300 con fattura, 200 senza» e che, in assenza di detrazioni, viene accettato dal cliente?
O la somma da destinare alla babysitter che arrotonda le entrate tenendoti il bambino naturalmente senza fattura. O il negoziante di fiducia che fa pagare molto meno la sua merce alla clientela conosciuta se si evita di emettere scontrino. O le lezioni private che il professore di matematica va a sostenere a domicilio, con banconote e senza contributi. Sono cose che accadono tutti i giorni, come si fa a calcolarle con esattezza? Fanno parte o sono escluse dall’ipotetica cifra di 122 miliardi annui di evasione? La rete del sommerso, del nero, anche per piccole cifre, è pratica quotidiana, come si fa a incasellarla, quantificarla, registrarla? Come si fa a registrare l’evasione?
L’impressione è piuttosto che queste cifre servano a dare il senso di una missione, di esasperare il fervore della guerra santa all’evasione. Creando l’illusione che l’asfissiante pressione fiscale, il 43 per cento di cui siamo tutti vittime, potrebbe essere evitata se si riuscisse a incassare quelle somme sottratte alla Nazione e sparissero gli sprechi della spesa pubblica. Palesi, neanche in nero.


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