La casta dei dirigenti bancari....

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La casta dei dirigenti bancari....

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Pubblicato da Nicola Borzi, Il Sole 24 Ore in Economia e Finanza · 4 Gennaio 2012
«La cura dimagrante, che tra il 2001 e il 2005 ha visto i dipendenti del gruppo Intesa calare di un quinto, sta per ricominciare. Gli effetti più pesanti potrebbero essere ai "piani alti". I dirigenti potrebbero rivelarsi la categoria più interessata dalle sinergie di costo (cioé dalla riduzione del personale) dell'integrazione con SanPaolo Imi». Così scriveva «Plus24» del 18 novembre 2006, mentre era in corso il processo di fusione sull'asse Milano-Torino approvata il 26 agosto 2006 dai cda.

In realtà, Intesa Sanpaolo è tra i pochi grandi gruppi nazionali, insieme a Mps e Banco Popolare, nei quali il peso dei dirigenti sul totale dei dipendenti è ben al di sotto della media di sistema rilevata dall'Abi. Nel 2010, secondo il Rapporto 2011 sul mercato del lavoro nell'industria finanziaria presentato il 13 dicembre dall'Associazione bancaria, i dirigenti erano il 2,2% dei dipendenti delle banche italiane, cresciuti del 50% circa sull'1,5% del 2000. Cospiscuo, nel periodo, anche l'incremento dei quadri direttivi, passati dal 29,1 al 38,6% del totale, con un incremento del 32,65 per cento.
A svettare quanto a peso dei dirigenti rispetto al totale dei dipendenti italiani è UniCredit. L'integrazione del 20 maggio 2007 con Capitalia ha portato a un notevole aumento della categoria: secondo gli ultimi dati aziendali, comunicati pochi giorni or sono ai sindacati interni, i dirigenti del gruppo guidato da Federico Ghizzoni sono il 2,9% dei lavoratori del "bancone" sorto dopo la fusione delle banche commerciali (che comprende dunque la direzione generale ma esclude invece il "consorzione", cioé UniCredit Business Partner, UniCredit Global Information Services, Real Estate e le aziende minori).
Un valore superiore di oltre il 30% alla media Abi e quasi doppio rispetto a quello di Intesa Sanpaolo.


Anche in Ubi, gruppo sorto dalla fusione del primo aprile 2007 tra le allora Banche Popolari Unite e Banca Lombarda e Piemontese, i 479 dirigenti (2,4% del totale dei dipendenti) sono il 10% circa in più della media nazionale. Ma le politiche di promozioni sono praticamente ferme: «Nel 2010 gli avanzamenti di carriera sono stati complessivamente 1.685 (-16,8% rispetto al 2009), con una forte riduzione soprattutto dei passaggi ai e tra i livelli superiori, in particolare da quadro direttivo a dirigente», spiega il Bilancio sociale 2010 del gruppo, secondo il quale solo lo 0,1% delle promozioni ha riguardato avanzamenti da quadro a dirigente.

Anche per i quadri direttivi UniCredit è posizionata sopra la media Abi: ha un quarto di qualifiche intermedie in più del resto del sistema. Cifre che contano, in un momento in cui i gruppi sono alle prese con la necessità di rivedere il costo del personale. Il rischio è che si apra un conflitto "di qualifiche" all'interno delle aziende, viste le richieste dell'Abi - in sede di trattative sul rinnovo del contratto - di maggiore fungibilità tra le mansioni dell'ultimo livello delle aree professionali (gli impiegati) e quello dei quadri direttivi.



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